a cura di Gianni C. – Roma Club Parma
E’ terminato l’ultimo atto di un campionato che non ha regalato soddisfazioni alla Roma se non l’ennesimo piazzamento utile alla qualificazione in Europa League.
Gli uomini di De Rossi escono sconfitti dal Castellani di Empoli giocando una partita con poca voglia di vincere e arrendendosi già subito ad un Empoli molto più motivato.
I toscani dovevano vincere per salvarsi e sperare nella contemporanea vittoria dell’Udinese a Frosinone.
La lotta salvezza è stata veramente serrata quest’anno complice anche le molte vicissitudini che hanno riguardato i tre club.
I ciociari dopo un discreto avvio di stagione hanno smarrito la bussola e si sono arenati nel fondo della classifica da cui non sono mai riemersi.
L’Udinese invece, ha pagato i diversi cambi di allenatore e una serie di infortuni che di fatto aveva privato i friulani della loro fantasia.
I toscani invece avevano probabilmente un organico inferiore rispetto alle altre due e complice la partenza di Baldanzi, destinazione Roma a gennaio, la squadra a livello qualitativo si era impoverita ulteriormente.
All’ultima azione dell’ultima giornata, la perseveranza di Nicola e una Roma poco concentrata hanno permesso all’Empoli di salvarsi con un gol di Niang.
Durante l’ultima puntata de “Il processo del romanista” alla domanda su chi sarebbe andato in B, avevo risposto che sarebbe stato il Frosinone e così è stato.
Dispiace per mister Di Francesco, in lacrime al termine della partita e consolato da mister Cannavaro, ma il suo Frosinone con diversi prospetti interessanti non ha saputo fare lo step successivo per restare in serie A.
Nicola ancora una volta dopo Salerno, è stato l’artefice della salvezza toscana.
La partita tra Roma ed Empoli però ha visto un maggiore possesso palla dei giallorossi con il 68% e ben 550 passaggi riusciti rispetto ai toscani con meno della metà.
L’Empoli però ha tirato ben 7 volte nello specchio difeso da Svilar, ieri uno dei migliori per i giallorossi, rispetto ai tre tiri romanisti.
Quest’ultimo dato si rispecchia con quanto visto in campo: Dybala sempre lontano dalla porta e mai decisivo, Abraham che ha perso praticamente tutti i duelli con Luperto e Zalewski contenuto con le cattive da Gyasi e Bereszynski.
Proprio dalla fascia sinistra è nata l’azione del gol romanista con cui Aouar di testa a pochi metri dalla porta ha pareggiato il gol iniziale di Cancellieri.
Altra nota dolente ieri sera al Castellani è stato il triangolo centrale formato da Mancini, Ndicka e Cristante.
La coppia di difensori, soprattutto dal lato di Ndicka ha visto più volte sgusciare gli attaccanti toscani per involarsi verso la porta romanista.
Cristante invece è sembrato stanco e poco concentrato riflettendo la condizione generale della squadra.
I cambi operati da De Rossi, altra nota dolente dell’allenatore di Ostia, sempre tardivi e mai incisivi, hanno di fatto consegnato la partita ai toscani.
La Roma nelle poche ripartenze create non è mai stata in grado di finalizzarle come dimostrato anche nel dato post partita degli expecting goals: 1,46.
Pellegrini, in qualità di capitano, avrebbe dovuto risollevare la Roma portandola alla gloria e invece è entrato nella ripresa in maniera compassata come chi ha già prenotato una vacanza e non vede l’ora di partire.
E’ evidente che alla Roma manca la mentalità della squadra vincente ed è da questo che De Rossi dovrà ripartire l’anno prossimo oltre che da nuovi innesti che gli possono garantire il cambio di passo durante la stagione.
Come già detto più volte, dopo Fiorentina Roma, i giallorossi sono apparsi stanchi sia fisicamente che mentalmente e le sberle prese con Bologna e Atalanta hanno fatto il resto.
L’Atalanta quest’anno ha fatto scuola vincendo in Europa ma dimostrandosi anche affidabile in campionato. La vittoria col Torino di ieri nonostante le notti di festeggiamenti per il risultato europeo ne è la dimostrazione.
Se l’anno prossimo si vuole puntare ad un piazzamento Champions bisognerà fare un bagno d’umiltà e capire che non si può e non si deve regalare niente a nessuno, nemmeno una salvezza all’ultima giornata.
De Rossi non avrà un compito facile ma lui e Ghisolfi, nuovo direttore sportivo giallorosso, dovranno ricostruire la squadra con innesti che saranno in grado di garantire forza fisica e mentale e soprattutto come ha detto più volte il mister di Ostia che avranno fame di vittorie.
Come sempre la Roma avrà accanto i 60.000 dell’Olimpico ma agli uomini che inizieranno il prossimo campionato verrà chiesto maggiore impegno e sacrificio perché anche loro si sono stancati per il terzo anno consecutivo di arrivare sesti in campionato.
Per sempre al tuo fianco e Forza Roma!
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