Davanti al pubblico di casa la Roma si presenta con la voglia di continuare il percorso intrapreso nell’ultima giornata di campionato.
Anche per questo motivo sono minimi i cambiamenti che Mr. Juric presenta negli undici titolari: come da previsione c’è il debutto fin dall’inizio di Hermoso e Koné mentre Baldanzi prende il posto di Pellegrini che non è stato neanche convocato a causa di un infortunio al ginocchio.
Tutto confermato anche in casa Athletic, con il recupero in extremis del portiere Agirrezabala.
Gli ospiti partono subito forti e provano ad imporre il loro palleggio nella metà campo della Roma.
All’ 11’ primo brivido con un’iniziativa di Iñaki Williams che sfugge sulla destra a Hermoso ma non riesce a centrare la porta.
La Roma cerca con una fitta rete di passaggi di sorprendere gli avversari che mantengono però una linea sempre molto alta chiudendo bene gli spazi.
Al 15’ i baschi si rendono pericolosi con un colpo di testa del numero 4 spagnolo Paredes su calcio d’angolo.
Poco dopo fallaccio di Gomez su Dybala non rilevato dall’arbitro bulgaro Kabakov.
Al 20’ grande occasione per Dovbyk, su un lungo lancio si ritrova davanti al portiere basco ma non riesce ad impattare bene il pallone.
E un minuto dopo cross di Celik, colpo di testa di Angeliño per Dybala che però schiaccia troppo la palla per terra che finisce a lato.
Con il passare dei minuti la Roma cresce e chiude dentro la propria trequarti gli spagnoli, Koné inizia ad impadronirsi del centrocampo e a recuperare palloni su palloni.
La palla corre veloce e i giocatori giallorossi si trovano a meraviglia.
32’ show-time Roma!!! Recupero palla a metà campo, Dybala va via con un tunnel all’avversario e tocca per Koné che prima di essere atterrato riesce a vedere Baldanzi che a sua volta apre subito sulla sinistra per Angeliño, lo spagnolo alza la testa, aspetta l’arrivo dei compagni e poi crossa in maniera perfetta per la testa di Dovbyk che indisturbato realizza il goal dell’1-0.
Terza rete consecutiva per il gigante ucraino che torna a segnare in Europa dopo quasi due anni.
Gli uomini di Bilbao provano a scuotersi dopo il lungo stordimento inflittogli dalle manovre giallorosse ma rispetto ai primi minuti si sono perse le distanze tra i reparti.
44’, fallo di Konè (e cartellino giallo) al limite dell’aria romanista per impedire a Prados di arrivare ad una facile conclusione. Sulla punizione seguente schema inconcludente della squadra basca.
Finisce il primo tempo: Roma ben messa in campo che ha saputo aspettare i primi minuti per poi crescere fino a dominare gli avversari; la spinta su entrambe le fasce non si vedeva da tempo immemore e la gestione del pallone (72%) contro una squadra spagnola racconta di come Mr. Juric non sia solo palla lunga in avanti come tante volte viene raccontato.
Il secondo tempo si apre con il cambio di Dybala per Soulè; l’argentino ha probabilmente accusato un indurimento del flessore sinistro.
50’ piattone dai venti metri di Gomez che non spaventa Svilar.
Al 53’ Soulè approfitta di una scivolata del numero 4 Paredes e si trova a tu per tu con Agirrezabala che riesce a respingere la conclusione in diagonale dell’argentino, probabilmente si poteva fare qualcosa di più.
Ancora un brutto fallo degli spagnoli, questa volta la vittima è Koné che subisce una dura entrata di Berchiche; l’arbitro questa volta interviene sventolando il cartellino giallo al difensore dell’Athletic.
60’ doppio cambio di Valverde: fuori Prados e Djalo per Herrera e il tanto atteso Nico Williams che si posiziona subito dalla parte di Celik.
62’ mossa di Juric che toglie dal campo Baldanzi (discreta partita la sua) per inserire l’energia e la corsa di Pisilli.
L’Athletic prova a fare la partita, gestisce di più il pallone rispetto ai primi 45’ ma la Roma non smette di giocare, continua a recuperare palloni e a mettere in difficoltà la difesa spagnola.
Valverde vede la Roma arretrare e capisce che è il momento di provarci, manda in campo Berenguer e De Marcos per Gorosabel e Gomez.
Al 70’ si ferma a terra Celik che chiama Juric al cambio e ad un momento storico per il calcio italiano, entra in campo Saud Abdulhamid, il primo giocatore dell’Arabia Saudita a giocare in Italia.
Gli ospiti spingono, accumulano calci d’angolo e cross ma senza creare veri pericoli per l’attenta difesa giallorossa.
75’ bella sterzata al limite dell’area di Iñaki Williams che si porta il pallone sul destro lasciando partire un tiro che sorvola di poco la traversa.
Ancora una volta sembrano manifestarsi i fantasmi di Genova, la squadra giallorossa non riesce a ripartire con qualità e non riesce più a gestire il pallone.
Ultimi cambi per entrambe le squadre: per gli spagnoli Núñez sostituisce Vivian mentre Juric richiama in panchina Koné e Dovbyk (entrambi stanchissimi) per Paredes e Shomurodov.
Subito l’uzbeko prova a fuggire sulla sinistra ma viene trattenuto fallosamente da Oscar De Marco che viene ammonito.
Su una ripartenza degli spagnoli Mancini compie un ruvido intervento vicino alla linea laterale dell’area chiamando all’intervento il direttore di gara.
La punizione seguente vede il pareggio dell’Athletic Bilbao (85’). Cross di Berenguer, sponda di testa di Unai Núñez per Aitor Paredes che sempre di testa insacca infilandosi tra Cristante e Mancini.
La Roma prova a reagire, guadagna subito un calcio d’angolo che porta Hermoso ad un buon colpo di testa senza tuttavia creare pensieri al portiere.
I sei minuti di recupero concessi dall’arbitro bulgaro non regalano emozioni, la Roma non ha più la forza di proporre una qualche trama di gioco dopo aver subito a lungo l’iniziativa degli spagnoli nel secondo tempo.
Pareggio giusto, sicuramente un pò di amaro in bocca resta ai tifosi giallorossi soprattutto dopo aver visto nel primo tempo una squadra in totale controllo della partita.
Ma le partite sono composte da due tempi e in Europa come in Italia non puoi permetterti di regalare campo e minuti agli avversari.
Non è comunque un punto da buttare via, si sapeva che l’Athletic non sarebbe stato un avversario semplice così come sarebbe stato ingiusto immaginarsi una Roma che in pochi giorni avesse risolto i suoi tanti problemi.
Le analogie con la partita di Genova sono inconfutabili: non aver saputo concretizzare meglio la mole di lavoro del primo tempo, aver subito un goal di testa nel finale di partita e la grande (troppa) differenza di gioco quando Dybala esce dal campo.
Diversi giocatori hanno bisogno di giocare e di crescere, soprattutto a livello di qualità delle giocate; su tutti Soulè, sicuramente volenteroso ma troppo impreciso nelle conclusioni, negli appoggi e nella ricerca dei compagni.
Ma non c’è tempo di piangersi troppo addosso, la prossima settimana si vola in Svezia ad affrontare l’Elfsborg che ha perso 3-2 sul campo dell’Alkmaar, ma è già ora di pensare al campionato, la stanchezza generale aumenta e il Venezia domenica non farà nessun tipo di sconto.
Luca Panno – Roma Club Parma
Lascia una risposta