Davanti a 62.000 spettatori la Roma torna nuovamente in campo, la terza volta in sette giorni e per la terza volta davanti ai propri tifosi.
Come ampiamente previsto Dybala parte dalla panchina lasciando campo libero a Soulé con Pellegrini spostato sulla trequarti.
Tutto confermato anche in casa Venezia.
Gli ospiti partono bene e iniziano fin dal secondo minuto ad impensierire Svilar con un forte tiro di Busio che impegna il portiere giallorosso, e ancora al 10’ è Oristanio a chiamare all’intervento a terra il numero uno serbo.
La Roma ripete un pò lo schema adottato contro il Bilbao nella partita di coppa e inizia soltanto al 15’ a proporre qualche trama di gioco.
I veneti invece continuano con la loro idea di partita fatta di ripartenze veloci, e proprio in occasione di una di queste, al 25’ Pohjanpalo trova una deviazione in calcio d’angolo su un tiro dal limite dell’area.
I giallorossi del primo tempo sono racchiusi in una conclusione ribattuta di El Shaaarawy e in una punizione dalla linea di fondo da parte di Soulé.
La difesa a cinque di Mr. Di Francesco crea non poche difficoltà alla manovra dei giallorossi.
Al 43’ cala il gelo sullo stadio. Busio riceve palla all’interno dell’area romanista e lascia partire un tiro che si infrange sul palo opposto alla sinistra di Svilar, Pohjanpalo è il più lesto di tutti e spedisce il pallone in rete, 0-1 per il Venezia.
La Roma prova una timidissima reazione con un tiro sporco di Pellegrini ma è il Venezia che subito prima dell’intervallo ha una doppia clamorosa occasione per raddoppiare;
Ancora Pohjanpalo si ritrova davanti a Svilar che è bravo a chiudere in uscita, la palla finisce sui piedi di Ellertsson che tira a botta sicura ma Mancini riesce a salvare sulla linea di porta.
Finisce il primo tempo e impietosi iniziano i fischi dell’Olimpico per i giocatori giallorossi.
I primi 45’ hanno confermato quelle che erano le paure della vigilia; il Venezia non è venuto in gita a Roma e pur subendo per lunghi tratti la pressione della squadra di casa non ha mai corso seri pericoli e non ha mai rinunciato a proporre il suo gioco andando addirittura 15 volte al tiro.
Manca Dybala e si vede come non mai.
Nel secondo tempo tutti si aspettano una forte reazione dei padroni di casa, ma sembra riproporsi il copione del primo tempo.
Al 50’ azione insistita di Koné che arriva al tiro da dentro l’area avversaria e impegna in respinta il portiere Joronen.
Una bella combinazione sulla sinistra tra Koné e Angeliño al 53’ libera Pellegrini ad un bel tiro dal limite che termina a lato di poco.
Al 56’ azione di contropiede del Venezia che porta al goal Haps ma tutto viene annullato da una posizione irregolare in partenza di Zampano.
Juric decide di cambiare modulo passando a quattro dietro nella speranza di dare una scossa alla squadra e al 58’ sostituisce Mancini e Koné per Baldanzi e Pisilli.
Subito dopo però, ci vuole ancora un miracolo di Svilar su Oristanio lanciato a rete dopo un buco clamoroso della difesa romanista a centrocampo, la Roma sembra sbandare paurosamente.
La squadra di casa non riesce a far girare la palla con la giusta velocità e continua a sbattere contro il muro difensivo degli ospiti.
Ci prova due volte Pisilli con colpi di testa da calcio d’angolo, al 72’ Dovbyk recupera una palla all’altezza del dischetto del rigore ma conclude a lato.
Poi al 74’ il goal che non ti aspetti dall’uomo meno atteso. Cristante lascia partire un tiro dai 30 metri che viene deviato da Busio e si trasforma in parabola micidiale per Joronen; 1-1 e ancora 16’ sul cronometro per trovare i tre punti.
Di Francesco avverte il pericolo ed effettua una tripla sostituzione mandando in campo Doumbia, Andersen e Crnigoj per Ellertsson, Nicolussi Caviglia e Oristano.
All’80’ Juric prova la carta Paredes richiamando in panchina Pellegrini.
E dopo pochi minuti i cambi del Mr. croato si rivelano vincenti; calcio d’angolo dalla destra battuto da Paredes e Pisilli (ancora lui) senza staccare da terra trova il giusto impatto con il pallone lasciando impietrito il portiere del Venezia. La corsa di Niccolò verso la panchina è da libro Cuore.
Ci voleva un “Figlio di Roma” per riaccendere l’ardore del pubblico e per trovare un vantaggio insperato.
Ancora cambi per il Venezia e per la Roma che, come in una partita a scacchi, cercano di parare le mosse dell’avversario: dentro Gytkjaer per Candela da una parte, ed Hermoso per Soulé dall’altra.
La partita scorre senza particolari sussulti e finisce così con il risultato di 2 a 1.
Una Roma non bella e in alcuni momenti indisponente ma che per una volta dimostra di saper ribaltare un risultato.
Troppo importanti erano questi tre punti per non gioire insieme ai giocatori e ai 62.000 presenti allo stadio; la stanchezza dopo l’impegno europeo si è fatta sentire, ma non può bastare per giustificare una prestazione così brutta da parte della squadra.
Il Venezia ha avuto due occasioni importanti per chiudere la partita, non lo ha fatto e come tante volte è capitato ai giallorossi, ha finito per pagare a caro prezzo i propri errori.
Arrivano adesso due partite in trasferta (una in coppa e una in campionato) prima della pausa per le Nazionali e solo al termine della partita di Monza si potrà fare un primo bilancio sia della stagione che del lavoro del nuovo tecnico.
Luca Panno – Roma Club Parma
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