La Sudamericana

In principio fu la Copa Conmebol poi ribattezzata Merconorte o Mercosur per poi sfociare nella Copa Panamericana ma dal 2002 per tutti è la Copa Sudamericana.

Nel continente americano viene vista come la coppa del popolo, il sogno per quei club che non hanno la fortuna di giocare la Libertadores, che fanno viaggi interminabili anche in autobus se serve, e che giocano in stadi dove la polvere sovrasta l’erba.

Tra i nomi illustri dei club che l’hanno vinta più volte ci sono Athletico Paranaense, Boca Junior, Independiente de Avellaneda, Independiente del Valle e LDU Quito che nel 2011 si giocò la possibilità di vincerla per la terza volta in assoluto ma venne sconfitto in finale dall’Universitad de Chile.

Ma è la coppa anche della Chapecoense, la formazione brasiliana che nel 2016 fu vittima di un tremendo incidente aereo in cui morì tutta la squadra e la dirigenza. La Conmebol d’accordo con l’Atletico Nacional di Medellin l’altra finalista, decisero di assegnarla alle vittime brasiliane di quel terribile schianto aereo.

Oggi però la Sudamericana sta riscuotendo un incredibile successo a livello di pubblico sia negli stadi che nelle tv del continente americano. La formula adottata è risultata vincente e le squadre rimaste in lizza per “la gran conquista” sono solo quattro.

Cruzeiro, Lanus, Corinthians e Racing Avellaneda: Brasile contro Argentina, l’eterna sfida per sapere chi quel 23 novembre alzerà al cielo ad Asunción in Paraguay la Sudamericana.

Gli ottavi appena conclusi hanno visto vincere le quattro squadre rimaste ma per loro non è stato per niente facile; le brasiliane Cruzeiro e Corinthians sono andate sul velluto, 3 a 1 il risultato complessivo nella doppia sfida per il Cruzeiro contro il Libertad di Asunción e 5 a 0 del Corinthians nel derby brasiliano contro il Fortaleza. Per le argentine invece il Racing Avellaneda l’ha ribaltata in casa dopo aver perso l’andata in Brasile contro l’Athletico Paranaense vincendo complessivamente 4 a 2 mentre il Lanus ha avuto la meglio solo ai rigori contro l’Independiente di Medellin dopo lo 0 a 0 dell’andata in Argentina e l’1 a 1 in Colombia.

I 5 talenti di oggi sono stati o saranno in lizza per vincere questo torneo ma per scoprirlo bisogna aspettare la finale di Asunción.

Il primo della lista si chiama Bryan Leon 23 anni nato a Turbaco, paese fondato dal grande esploratore Alfonso de Ojeda e dal grande cartografo Juan de la Cosa (fu anche il cartografo di Cristoforo Colombo).

Turbaco dista pochi chilometri da Cartagena de Indias la principale destinazione turistica della Colombia per il mare cristallino e le spiagge dorate.

Ma la carriera calcistica di Leon non è iniziata in qualche club blasonato o in riva al mare, bensì nella cordigliera delle Ande e precisamente nel Deportivo Palmeira.

Nella stagione 2021/22 con gli andini del Palmeira realizza qualcosa di impossibile: vince il titolo al secondo anno di Liga Dimayor e lo fa mettendo a referto 11 gol e 8 assist in 46 partite tra coppa e campionato.

La stagione successiva viene ceduto allo Junior de Barranquilla ma le cose non vanno come aveva previsto. Il rendimento cala ma le qualità sono sempre quelle e riaffiorano in questa stagione con il trasferimento all’Independiente di Medellin dove realizza 12 gol e 3 assist in 32 partite tra campionato, coppa nazionale e Sudamericana.

Purtroppo però il percorso verso la finale di Asunción si conclude ai rigori contro il Lanus negli ottavi.

Tecnicamente è un attaccante molto rapido, che sa girarsi in una zolla di terreno per poi calciare in porta con un tiro forte e preciso.

Nel 3-5-2 di Alejandro Restrepo svaria spesso su tutto il fronte d’attacco grazie alla sua ottima mobilità e all’intelligenza tattica che possiede.

Destro naturale, è alto 175 centimetri ma la non altissima statura è compensata da un ottimo slancio nel salto in alto e dalla velocità soprattutto nelle brevi distanze.

Non è stato ancora convocato nella nazionale dei “Cafeteros” ma è solo questione di tempo per questo talento che sta iniziando a far parlare di sé in Colombia e non solo.

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Il secondo talento di oggi invece prosegue a gonfie vele il tragitto verso la semifinale de la Sudamericana e se sarà fortunato potrà giocare la finale che si giocherà nella sua città natale anche se prima dovrà affrontare un ostacolo mica da poco, il Cruzeiro.

Lui si chiama Julio Cesar Soler Barreto 19 anni, nato ad Asunción in Paraguay ma cresciuto con la propria famiglia in Argentina nella zona metropolitana di Buenos Aires.

Ed è qui che ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del calcio essendo cresciuto nel settore giovanile del Lanus.

L’esordio in prima squadra avviene il 1º maggio 2022 nell’incontro di Copa de la Liga Profesional vinto 1-0 contro l’Independiente e da lì è stato un crescendo fino al suo utilizzo in pianta stabile nell’undici, oggi allenato da Ricardo Zielinski.

In questa stagione ha trovato la continuità di un veterano arrivando a giocare fin qui 31 partite tra campionato, Copa de Liga, Sudamericana e Copa Argentina, realizzando anche 2 assist. Il minutaggio di gioco è salito a 2494: un titolarissimo!

Tecnicamente è un terzino di spinta che salta spesso l’avversario in progressione per poi arrivare fino in fondo al rettangolo di gioco. Potente e determinante nell’aiutare la manovra offensiva dispone di un buonissimo cross ed è abile anche nel passaggio filtrante per liberare il compagno che va in profondità dietro la difesa avversaria.

Sinistro naturale, deve migliorare nella parte difensiva e soprattutto la sua evoluzione deve passare anche da altri sistemi di gioco visto che ha sempre giocato nella difesa a quattro sia nel Lanus che in nazionale.

Con l’Albiceleste non ha ancora esordito, in compenso però si è affacciato nella Seleccion under 23 di Mascherano dove ha debuttato a giugno di quest’anno nel doppio confronto amichevole contro il Paraguay in cui ha realizzato anche un assist.

Tanto è bastato a Mascherano per portarlo poi alle Olimpiadi di Parigi di quest’anno dove ha collezionato 4 presenze ma ha visto infrangere il proprio sogno di conquistare l’oro contro la Francia nei quarti di finale.

Vista la giovane età e il talento che possiede avrà sicuramente tempo per rifarsi.

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Dall’Argentina al Brasile, dal Lanus al Corinthians, la seconda squadra per numero di tifosi al seguito in Brasile (28 milioni di tifosi!) che ogni anno sforna talenti fenomenali.

La “squadra del popolo” di San Paolo, arci-nemica del Palmeiras, ha in rosa due talenti veramente interessanti.

Non stiamo parlando di Gilmar, Rivelino o di Dida ma stiamo parlando di Breno Bidon e Yuri Alberto.

Breno de Souza Bidon (non fatevi ingannare dal cognome) nasce a San Paolo il 20 febbraio del 2005 da una famiglia umile ma attenta allo sport.

Il padre è proprietario di una scuola privata e la madre è un ex pallavolista ma la grande curiosità la suscita il nonno materno, poiché Cícero Andrade giocava come portiere nella squadra amatoriale del Timão.

Viste le grandi abilità del ragazzo, il Corinthians gli ha fatto firmare un contratto fino al 2028 con una clausola rescissoria di 549 milioni di R$ (al cambio circa 91 milioni di euro).

Su di lui si sono posati gli occhi del Bayern Monaco e di diversi club inglesi e le attenzioni bavaresi devono aver spaventato non poco la dirigenza paulista conscia del fatto che Breno ha anche iniziato l’iter per diventare italiano visto che l’altro nonno quello paterno, era di origini friulane.

Calcisticamente viene scoperto dagli osservatori del Timão solo dopo aver giocato in squadre minori della zona nord di San Paolo dove è cresciuto. Successivamente fa tutta la trafila nelle giovanili del Corinthians.

Ma è nell’edizione di quest’anno della Copa São Paulo che la sua stella ha iniziato a brillare vincendo anche il titolo di miglior giocatore del torneo; da lì il trasferimento dalle giovanili alla prima squadra è stato obbligatorio!

Tecnicamente è una mezz’ala di piede sinistro abilissimo nella costruzione del gioco ma sa vestire bene anche i panni del rifinitore. Possiede un ottimo bagaglio tecnico fatto di dribbling, palleggio, tiro da fuori e visione di gioco.

Tutte doti importantissime se si vuole giocare in mezzo al campo e diventare protagonista.

Bravo anche nell’interdizione usando il fisico di cui dispone e soprattutto le sue eccellenti abilità atletiche: è alto 178 centimetri per 73 kg.

Le statistiche di questa stagione parlano di un rendimento in crescita e il dato numerico dice: 4 gol e 2 assist in 41 presenze tra Brasilerao, Copinha, Copa Sudamericana e Copa do Brasil per un totale di 2650 minuti giocati.

Inoltre in questa stagione ha esordito anche nella under 20 della Seleçao.

Un’ora a partita o poco più per questo talento che sta mostrando tutta la sua classe e che dalle parti di “São Paulo do Brasil” sanno bene che avrà un futuro luminoso.

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L’altro talento del Corinthians si chiama Yuri Alberto Monteiro da Silva è nato a São José dos Campos nello stato di San Paolo ed ha 23 anni.

A soli 16 anni aveva già vinto un campionato sudamericano under 17 con il suo Brasile ma per quella squadra fu veramente facile considerando che giocava un certo Vinicius jr, capocannoniere della manifestazione.

E grazie anche alla vittoria in quella manifestazione che venne promosso in prima squadra nel Santos dove rimase per tre anni senza però trovar fortuna.

Nel 2020 si trasferì all’Internacional dove iniziò finalmente ad emergere la sua classe a suon di gol e due anni più tardi venne ricoperto d’oro dallo Zenit San Pietroburgo per la cifra astronomica di 25 milioni di dollari.

Con i russi vinse anche un campionato pur giocandone metà ma la “saudade” e il richiamo per il Brasile furono veramente forti tanto da giocare in prestito al Timão le ultime due stagioni.

A gennaio del 2023 finalmente si liberò a parametro zero e tornò a vestire la maglia del Corinthians.

18 gol e 6 assist in 45 partite in questa stagione tra Brasilerao, Copa Sudamericana, Copa do Brasil e Paulistao.

Da quando è arrivato al Timão ha segnato 37 gol, superando un certo Ronaldo il Fenomeno; l’ex numero 9 però aveva una media gol molto più alta. Tra il 2009 e il 2011 totalizzò in 69 presenze 35 gol, uno ogni due partite. Yuri Alberto ha raggiunto quota 37 gol in 113 partite, quasi uno ogni tre partite.

Numeri importanti per un ragazzo di 23 anni che sta guidando i bianconeri di San Paolo verso la finale di Copa do Brasil con l’ostacolo Flamengo da superare e alla finale della Sudamericana prima però di aver affrontato il Racing Avellaneda.

Tecnicamente è un attaccante molto potente e molto mobile che basa la sua qualità sulle su eccellenti doti tecniche: tiro molto preciso, bravissimo a battere i rigori, abile rifinitore e letale sotto porta.

E’ un attaccante che ama il contropiede e che gioca in velocità mettendosi spesso al servizio della squadra.

Nel 4-3-1-2 di Ramon Diaz tecnico del Corinthians, gioca prevalentemente da seconda punta potendo contare sul lavoro del compagno di reparto che agisce da prima punta statica.

A marzo 2023 ha esordito anche con la Seleçao nell’amichevole persa per 1-2 contro il Marocco a Tangeri.

Riuscirà nell’impresa di vincere un titolo con il Corinthians quest’anno? Non ci resta che attendere l’epilogo della stagione sudamericana.

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Il quinto e ultimo talento di oggi è l’argentino Juan Ignacio Nardoni nato a Nelson, un piccolissimo “pueblo” nella provincia di Santa Fe nel 2002.

La sua carriera calcistica inizia nei club locali della città di nascita come Boca de Nelson, FCB Libertad, Club Atlético Union e Santa Fé Fútbol Club per poi approdare giovanissimo nelle giovanili nell’Union Santa Fé.

Esordisce in prima squadra nella seconda parte della stagione 2019/20 giocando l’incontro di Primera División perso 2-1 contro il San Lorenzo. Il 5 novembre 2020 debutta anche nelle competizioni internazionali giocando il match di Copa Sudamericana vinto 2-1 contro l’Emelec.

A gennaio del 2023 dopo neanche due stagioni con “los Sabaleros”, Nardoni viene venduto al Racing Avellaneda per 4 milioni e 750 mila dollari più bonus.

Una curiosità: L’Unión de Santa Fe e il Santa Fe Fútbol Club, che ha formato calcisticamente Nardoni, non hanno raggiunto un accordo sugli importi e sulle modalità di pagamento della percentuale che spettava all’società santafesina quando il giocatore si è trasferito al Racing.

Le due società sono entrate in causa poiché il Santa Fe FC possedeva il 20% dei diritti economici di Nardoni, ceduto al Racing per 4.750.000 dollari ma secondo quest’ultimo club poiché il pagamento è stato effettuato al tasso del dollaro del Banco Nación alla società di formazione del centrocampista gli sarebbero spettati l’equivalente di 950.000 dollari. Ovviamente l’Union di Santa Fé non la pensa così e ora sarà il giudice della città argentina a dover decidere quanto pagare alla piccola società Santa Fé FC.

Con “L’Academia” del calcio nazionale, come viene soprannominato il Racing, disputa una buona stagione totalizzando 5 assist e 2 gol in 48 presenze tra campionato, Copa de Liga, Libertadores, Copa Argentina e Super Copa Internacional, titolo poi vinto contro il Boca per 2 a 1 dispuntando una grandissima partita.

Questa stagione è iniziata con diversi infortuni muscolari dovuti alla rapida crescita fisica avuta da Nardoni.

La stagione e le statistiche si sono sensibilmente compromesse; i dati infatti dicono che ha realizzato solo 1 assist e 2 gol in 23 presenze tra Superliga, Copa de Liga e Sudamericana rispetto alla passata stagione.

L’augurio è che nelle ultime 13 partite più un eventuale finale di Sudamericana possa aggiornare le sue statistiche con qualche gol e qualche assist in più.

Juan Ignacio Nardoni è un centrocampista molto tosto fisicamente con un gran tiro da fuori area.

Le sue qualità tecniche non sono seconde a quelle mentali: infatti a soli 22 anni è già uno dei leaders del Racing Avellaneda tanto da ricevere l’appellativo di “el jefecito”.

Molto bravo e attento nella fase difensiva supporta la squadra anche con un gran senso della posizione tattica. Tanta corsa e interdizione fanno di lui un centrocampista quasi completo.

Gustavo Costas, tecnico del Racing lo descrive come un soldato che è sempre al posto giusto nel momento giusto.

E proprio come un militare, magari nelle vesti di capitano, potrebbe sollevare la Sudamericana quel 23 novembre ad Asunción.  

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Gianni C. – Roma Club Parma