Parlare di crisi di gioco o crisi di risultati è veramente superfluo perché la Roma vista ieri sera al Bentegodi è semplicemente una squadra composta da narcisisti che hanno deciso di porre una pietra tombale sulla propria stagione.
Questo scampolo di giocatori deve aver pensato: La stagione è iniziata male con l’esonero di De Rossi e la proprietà latita, la “dea greca” è stata cacciata, quindi possiamo anche giocare come ci pare.
Quasi come se si sentissero confortati dalla questione e sono quindi rei nel giocare le più brutte partite della propria carriera calcistica.
Incredibilmente questo fenomeno investe la maggior parte dei giocatori giallorossi e perseverano di partita in partita senza aver la lucidità e l’umiltà di farsi da parte o di togliersi la fascia di capitano dal braccio.
I nomi dei giocatori li conosciamo, ma per rispetto della Roma e dei propri tifosi è avvilente citarli uno ad uno.
Lo scempio di Verona è solo la goccia che fa traboccare il vaso in attesa di giungere alla sosta per le nazionali con le ossa meno rotte.
A nulla sono valse le dichiarazioni di facciata fatte in settimana, in cui tutti (giocatori e allenatore) raccontavano che si fossero dette le cose necessaria in faccia, e che ora avrebbero remato insieme nella stessa direzione.
Una chiave di lettura del momento è che il vice campione d’Europa Hummels, che qualcosa ha vinto nella propria carriera, continua ad essere seduto in panchina.
Questa è la dimostrazione di come l’allenatore della Roma non governi il gruppo e soprattutto non sappia nemmeno che il suo match analyst è stato espulso nell’intervallo da Mercenaro, come lui stesso ha dichiarato in conferenza stampa post partita.
Salzarulo ha avuto solo la colpa di far vedere all’arbitro che sul secondo gol veronese Magnani tira una gomitata a Ndicka mentre il suo compagno di squadra impedisce l’uscita di Svilar.
Ovviamente il gol andava annullato se al Var ci fosse stato un altro arbitro serio, ma evidentemente la control room di Lissone è simile alla sala di controllo in cui Homer Simpson “lavora”.
La partita è piena di errori e orrori tecnici e tattici che citarli fa stare solo male.
Ancora una volta però si salva da questo putiferio Manu Koné, che guida l’azione del 2 a 2 in cui incredibilmente Çelik azzecca il cross, gli altri due tentati durante la partita erano andati uno fuori e l’altro l’aveva fatto di sinistro, lui che è destro.
Dovbyk lotta e fa quel che può ma purtroppo è veramente solo là davanti e le due mezze punte giocano più per se stessi che per la squadra.
L’apice della sciagurata prestazione tecnica di Juric però arriva nei cambi quando decide di togliere il gigante ucraino (forse debilitato) e di non mettere Shomurodov ma far giocare ancora una volta Dybala “falso nueve”, come se confidasse nella secondo botta di fortuna dopo quella di Torino.
Senza considerare che le due partite tatticamente fossero diverse e che Dybala in quella posizione a parte il gol non ha fatto nient’altro perché non è il suo ruolo.
Insomma l’allenatore croato ha le ore contate a Trigoria e probabilmente a fine settimana, dopo la partita di Europa League contro i belgi e quella di domenica contro il Bologna, in caso di risultati ancora negativi potrebbe salutare.
Si prospetta già il terzo allenatore stagionale, visto che De Rossi ha detto che non tornerà, e il toto nomi già impazza: Mancini, Allegri, Terzic, Paulo Sousa e Lampard.
Per concludere, diceva Dino Viola: “La Curva Sud ci ha dato una lezione. Si può anche perdere, si possono anche subire delle amare sconfitte, ma con quegli striscioni che ha esposto ci ha fatto capire che, nei momenti sfavorevoli, bisogna aumentare le energie. La Sud ci dà la fede, noi le dobbiamo dare il carattere”.
Come sempre, anche ieri loro erano li a cantare e a sostenere la maglia sudata della Roma.
Forza Roma Sempre!!
Gianni C. – Roma Club Parma
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