VENEZIA

Nella mattinata di Domenica 9 Febbraio (la partita è alle 12:30) l’isola veneziana di Sant’Elena farà da scenario allo sbarco dei 1000 tifosi giallorossi che, giunti da tutta Europa, sosterranno l’A.S Roma all’interno dello stadio Pier Luigi Penzo malgrado lo scellerato divieto di trasferta imposto dall’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive (ONMS) per i tifosi residenti nella Regione Lazio e nelle province di Udine e Pordenone. L’impianto calcistico cittadino, anche se più volte restaurato, è uno dei più antichi d’Italia; fu inaugurato nel 1913, può ospitare 12.109 spettatori e il settore ospiti ha una capienza di circa 1000. Il Penzo è raggiungibile tramite vaporetto dalla stazione ferroviaria in circa 30 minuti, consiglio vivamente di arrivare in anticipo in quanto il vaporetto è usato da tutti per raggiungere lo stadio.

STORIA DI VENEZIA

Chi oggi visita Venezia e ammira lo splendore di Piazza San Marco e dei palazzi sul Canal Grande non si rende conto di quale fosse l’ambiente naturale che i primi “veneziani” si trovarono difronte 13 secoli fa. Le terre emerse erano in numero superiore rispetto ad oggi, tra acque e canneti si levavano macchie di bosco e pascoli e terre arative che si incrociavano con mille canali. La crisi dell’Impero Romano e l’incombere dei barbari avevano provocato il completo abbandono delle opere idriche costruite nella laguna. Nonostante lo sfacelo la vita non venne mai a mancare nella laguna che era la più rapida via di comunicazione tra la capitale dell’Esarcato Bizantino Ravenna (anch’essa inespugnabile grazie alla laguna circostante) e Aquileia: la città più importante delle Venezie di allora. I primi insediamenti erano disposti in prossimità di canali in file parallele, unite fra loro da sentieri e da coorti: questo fu il primo embrione del tessuto urbano di Venezia. Il grande esodo dalla terraferma avvenne dopo il 568 a causa dell’invasione longobarda. Furono intere comunità che si trasferirono in blocco portando con se tradizioni, istituti, gerarchie civili e militari. Ma la fisionomia di Venezia come la conosciamo noi oggi, cominciò a delinearsi solo nell’809 quando il Franco Pipino re d’Italia si accinse a conquistare quest’ultimo lembo italiano di impero bizantino. Il doge, Agnello Partecipazio, propose di stabilire la sede del governo a Rivoalto (Rialto), che era un’isola poco abitata ma con le isole intorno costituiva il luogo più sicuro della laguna. La struttura lagunare intorno a Rialto era un labirinto impossibile da attraversare per la grande flotta nemica. Nell’814 Pipino firmò il Trattato di Aquisgrana nel quale i Franchi rinunciano alle loro pretese su Venezia. Pochi anni dopo, nell’828 alcuni intrepidi mercanti veneziani trafugarono da Alessandria d’Egitto le reliquie di San Marco portandole a Venezia. Nel IX secolo gli abitanti erano circa 10000 e c’erano 12 parrocchie che nell’XI secolo salirono a 59. Rialto diventa la capitale di un  piccolo stato che aveva domini sulla costa dalmata e già si era affermato per le virtù militari e le abilità commerciali tanto che nel 956 l’imperatore bizantino riconobbe formalmente l’autonomia del Dogato veneto. Le esigenze della difesa furono predominanti: San Marco fu protetta da una cerchia di mura merlate, sorse il primo palazzo ducale con annessa la residenza del Doge accanto alla chiesa di San Marco che allora era una modesta cappella aggiunta al palazzo, il cui campanile aveva funzione di torre di vedetta e grosse catene sbarravano il Canal Grande e gli altri canali. Il palazzo ducale divenne il polo di sviluppo della comunità, si formò così la cellula del tessuto urbano: un campo quadrangolare dove si affacciavano i palazzi più importanti compresa la chiesa. Quest’area fu fittamente popolata dai magnati cittadini e dai primi aristocratici arricchiti dai commerci con il favoloso Oriente. Il centro cittadino ospitò il mercato e divenne sede di feste e riunioni pubbliche nonché un importante approdo per le barche. Nel X secolo gli abitanti erano circa 40.000 e ben presto tutti gli edifici principali furono costruiti in muratura, le pietre vennero strappate alle città morte del continente. Agli inizi del 1100 Venezia ebbe uno sviluppo prodigioso, il palazzo del doge perse la severità del castello medievale e San Marco si fece ogni giorno più bella. Per ordine del doge Domenico Selvo tutte le navi provenienti dall’oriente dovevano contribuire allo splendore della chiesa portando pietre, colonne, capitelli e bassorilievi sottratti alle chiese in rovina o ai templi pagani. La città si arricchiva di splendidi palazzi sotto l’influenza dell’architettura bizantina, le case più importanti si allineavano lungo i canali, le comunicazioni avvenivano esclusivamente per via d’acqua. I canali veneziano erano quasi tutti artificiali, venivano scavati con il doppio scopo di ricavarne terra per elevarne il suolo e per aprire nuove vie di comunicazione. Era come una rete viaria cittadina, con spazi appositi per gli incroci, i sorpassi, i parcheggi; con frequenti cavane che sono i “garage” delle barche. Ognuno aveva un fondale diverso secondo il tipo di natante che doveva passare. Venezia espandeva i suoi commerci e la sua influenza sul Mediterraneo Orientale, rintuzzava le invasioni barbariche e teneva a bada le bramosie dell’imperatore bizantino e di quello germanico. Di Venezia Papa Gregorio VII disse che “ faceva rivivere in tutto il suo vigore il vero spirito dell’antica Roma”. Nel 1177 Federico Barbarossa, dopo la disastrosa sconfitta di Legnano, chiese la mediazione di Venezia per stipulare la pace con i comuni italiani e il Papa Alessandro II. Il Doge Sebastiano Zani riuscì a riconciliare le parti avverse, fu la consacrazione di Venezia difronte a tutto il mondo. Dal ‘400 Piazza San Marco assunse le sembianze che conosciamo tutti, cominciarono a fare capolino le prime strade e i ponti sui canali per collegare le calli. Sarà il Rinascimento a darle molti degli splendidi palazzi che ancora oggi conosciamo. Secondo un censimento eseguito nel 1493 la città contava 197.000 abitanti e 17.000 operai lavoravano nel suo arsenale. La flotta ammontava a 3400 navi da commercio e 380 navi da guerra. Le sue banche erano le più ricche del mondo. La città era in mano alle famiglie aristocratiche, alla base della Repubblica c’era il Gran Consiglio, circa 2000 persone tutte appartenenti a famiglie nobili. Al disopra del Gran Consiglio stava il Senato che amministrava la Repubblica in ambito politico, commerciale e militare ed era costituito da 300 persone. Al di sopra vi era il Doge che era una figura meramente rappresentativa: in pubblico poteva dire solo quello che il Senato gli imponeva, non aveva una guardia del corpo e il suo viso era inciso sulle monete ma sotto la dicitura Senatus Consultum. Ma come successe per Roma anche la gloria di Venezia finì: le rotte commerciali si spostarono sull’Atlantico e i turchi spezzarono il predominio veneziano nel Mediterraneo. La città restò indipendente fino agli inizi dell’800 poi passò dal dominio napoleonico all’Austria e finalmente dopo le guerre d’indipendenza si riunì allo Stato Italiano.

COSA VEDERE

Nel mio lavoro (sono Guida Turistica della Provincia di Roma) incontro ogni anno migliaia di turisti e a molti chiedo, per mia curiosità, oltre all’Urbe quale altra città italiana visiteranno. Siate sicuri che Venezia non può mancare. E come dargli torto, solo una passeggiata nel centro storico meriterebbe più di un giorno.

Piazza San Marco: qui si svolgono gli appuntamenti più importanti del Carnevale, i veneziani, quelli sopravvissuti all’over tourism, da sempre l’hanno eletta a salotto cittadino dove gustare “l’ombra de vin”, vino frizzante leggero da colazione che in estate veniva servito dagli ambulanti sotto l’ombra del campanile di San Marco. Sulla piazza si erge l’omonima basilica una tra le più famose e belle al mondo. L’interno lascia il visitatore senza fiato, lo scintillio dei suoi mosaici bizantini ricorda la passata grandezza degli uomini della Laguna che la arricchirono e abbellirono per quasi 2 millenni.

Ponte Rialto: in città ci sono 409 ponti, questo è certamente il più suggestivo e uno dei 4 che attraversano Canal Grande. Lungo più di 7 metri, totalmente coperto, dalla metà del ‘500 unisce le 2 parti della città

Gran Teatro La Fenice: costruito nella seconda metà del ‘700 è stato ed è ancora uno dei teatri più importanti d’Europa, Rossini, Verdi, Donizetti, Wagner, Puccini e Mascagni qui erano di casa. Consiglio una visita all’interno del teatro per ammirare la sua bellezza e maestosità benchè fu ricostruito più volte.

Collezione Peggy Guggenheim: uno dei più importanti musei di arte contemporanea d’Europa; gli appassionati potranno approfittare di questo periodo di “bassa” stagione turistica per visitarlo senza l’affollamento degli altri mesi.

La lista potrebbe letteralmente non finire mai e per chi avesse tempo e ama i vaporetti, consiglio di raggiungere la bella Murano o perdersi nei corridoi dell’Arsenale. Ovviamente non perdetevi l’altro ponte famoso della città: il Ponte dei Sospiri e il suo vicino Palazzo Ducale.

Riccardo Rizzo – Roma Club Florida