PORTO, LA CITTA INVICTA.

Giovedì 13 Febbraio alle ore 21 la Roma è attesa dal F.C Porto allo stadio Do Dragao per la gara di andata dello spareggio di Europa League. In caso di vittoria le darebbe il diritto di accedere agli ottavi di finale.

STADIO DO DRAGAO: è il quarto impianto in ordine di tempo costruito per ospitare le partite casalinghe dei Dragoes (il drago è il loro simbolo). Costruito nel 2003, la capienza si aggira sui 52.000 spettatori, interamente al coperto, il settore ospiti può contenere circa 2.500 tifosi. L’impianto è raggiungibile dall’aeroporto tramite taxi e treno in meno di un ora, dal centro cittadino bastano 40 minuti per arrivare nelle sue vicinanze.

La città lusitana è raggiungibile da Roma tramite aeroplano in circa 3 ore, per chi volesse osare un romantico viaggio in automobile deve mettere in conto almeno un paio di giorni per raggiungere le coste portoghesi dell’Oceano Atlantico.

Con 250.000 abitanti Oporto è la seconda città più popolosa del Portogallo, capoluogo della Regione del Douro Litoral e famosa per il suo omonimo vino liquoroso. Ancora oggi, in città, sono presenti le cantine di tutti i produttori del Porto che viene vinificato e stoccato nelle botti di rovere per l’affinamento. L’uva giungeva alle cantine con i tradizionali barcos rabelos, imbarcazioni che scendevano dall’alta valle del fiume Douro. Le cantine sono tutte a Vila Nova de Gaia lungo le vie di questo caratteristico rione al di là del fiume che ricorda un po’ il nostro Trastevere; pieno di locali dove bere e mangiare. Oltre che per il vino e la sua gloriosa squadra di calcio, fondata nel 1893 e vincitrice di ben 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali, Oporto è un fiorente centro economico contrassegnato da impianti industriali e raffinerie di petrolio, considerata la capitale del Portogallo settentrionale. Per i lusitani Oporto è il Portogallo, la vera faccia di questa terra: famosa la frase che ogni portoghese conosce e cioè “A Braga si prega, a Coimbra si studia, a Lisbona si scialacquano i soldi ma è a Porto che li si guadagnano”.

La storia di Porto coincide con la nascita del Portogallo: la città di Cale, con il suo porto (Portus Cale) divenne sotto i romani un importante centro commerciale e militare. Rimase una roccaforte cristiana durante le invasioni barbare e arabe: l’appellativo che i portuensi diedero alla loro città (Invicta) non è vera in quanto Porto fu conquistata dagli Arabi nell’824, dagli Svevi agli albori del X secolo ma sempre riconquistata dai portoghesi. Dal X secolo la sua importanza strategica crebbe, tanto che il nome fu esteso a tutta la regione compresa tra i fiumi Douro e Minho. La principessa di Portucale Dona Teresa sposò Enrico di Borgogna nel 1095, dalla loro unione nacque Alfonso Henriques che fu protagonista dell’indipendenza del regno e della prima estensione verso sud. Nel 1386 la città divenne residenza reale ed iniziò ad intrattenere relazioni commerciali con l’Inghilterra. Vi nacque il Re Enrico il Navigatore che incentivò la tradizione della navigazione già forte in città e fece costruire le prime caravelle che nel 1415 salparono alla scoperta delle coste atlantiche africane. Per le provviste necessarie alla spedizione la popolazione dovette mettere a disposizione tutto il bestiame che possedeva. A loro restarono solo le interiora: tripas. Così nacque il piatto, vera specialità locale, “Tripas a modo di Porto”; insaporita con fagioli e prosciutto. Da allora i portuensi furono chiamati “Tripeiros”. Dalla scoperta dell’ America il Portogallo divenne protagonista assoluto con le sue navi in tutti gli oceani, la conquista del Brasile e lo sfruttamento delle sue miniere d’ oro e argento nonché l’ importazione della gomma naturale arricchirono Porto che nel ‘600 fu una delle città più eleganti d’Europa. Nel 1703 i portoghesi e gli inglesi stipularono il trattato di Methuen che garantí ai mercanti di stoffa inglesi facilitazioni per l’importazioni; la controprestazione era costituita da analoghe facilitazioni per i produttori di vino lusitani. I ricavi vantaggiosi di questo trattato arricchirono la città che raddoppiò la sua popolazione. Nel XVIII secolo Porto assunse il volto attuale; il centro si spostò in Praca da Libertade e sorsero palazzi signorili e chiese maestose. Tra gli architetti che eressero i maggiori edifici cittadini possiamo ricordare l’italiano Niccolò Nasoni che in Portogallo lavorò per tutta la sua vita accumulando ricchezze e onori. Con la ferrovia Porto venne collegata all’entroterra e a Lisbona. Gustave Eiffel costruì il primo ponte ferroviario sul fiume Douro nel 1877, un suo allievo vi aggiunse, 10 anni più tardi, il geniale ponte doppio Dom Luis l, che su due livelli, congiunge la città alta e la città bassa con l’adiacente Vila Nova de Gaia. Il regno portoghese non partecipò ai due conflitti mondiali, la neutralità favorì l’ economia nazionale e la popolazione di Porto crebbe fino a raggiungere i 350.000 abitanti. Lo slancio economico e sociale si arenò a causa della dittatura di Salazar che tenne brutalmente le redini del comando fino al 1975 quando la Rivoluzione dei Garofani spazzò via l’ultimo stato dittatoriale d’Europa e diede una nuova costituzione alla nazione.

COSA VEDERE

Il centro di Porto è angusto e fittamente edificato, ricco di edifici sontuosi, sedi di banche, chiese barocche e quartieri ancora da ristrutturare. Qui si vive l’ atmosfera romantica delle città portuali.

Praca da Liberdade: il cuore della città, famosa per i tanti locali e ristoranti che si affacciano lungo il suo perimetro. Da qui si diramano numerose vie pedonali come Rua de Sá da Bandiera, sulla quale si trova il grande Mercado do Bolhão e l’elegante Rua de Santa Caterina, con la Capela das Almas dipinta in maniera ricchissima, oltre al celebre caffè di fine ‘800: il Majestic.

Cinema e locali costeggiano l’adiacente Piazza Batalha, sulla quale richiama l’attenzione la chiesa di São Ildefonso, ricoperta all’esterno dai celebri azulejos. A sud ovest della Praca de Libertade sorge la chiesa di São Pedro dos Clerigos, capolavoro barocco del “nostro” Niccolò Nasoni che vi giace sepolto in una sontuosa cappella. Il campanile, con i suoi 76 metri, è il più alto della nazione e l’emblema della città.

Palazzo Carrancas: del XVIII secolo, edificato da gioiellieri ebrei che divenne in seguito residenza reale. Oggi vi è ospitato il Museu Nacional de Soares dos Reis, vi sono esposti i dipinti e le famose ceramiche portoghesi dal ‘600 ai giorni nostri.

Jardim do Palacio de Cristal: contiene splendide piante nonché l’ omonimo palazzo che fece furore nel 1865 in quanto edificio futurista e che oggi è utilizzato come palasport.

Cattedrale: creata in stile romanico dai monaci clunycensi che la dotarono di due splendide torri campanarie, venne assai rimaneggiata durante i secoli a venire. Niccolò Nasoni vi aggiunse la loggia barocca e abbellí le cappelle delle famiglie dei ricchi uomini d’ affari che fecero le loro fortune in città. Il chiostro gotico, rivestito nel XVIII secolo di azulejos, nasconde i resti di un cimitero ebraico testimone della numerosa comunità giudaica che prosperò grazie alle sue banche e ai commerci con le Indie.

Palácio da Bolsa: è considerato il simbolo della ricchezza mercantile di Porto nel XIX secolo. I suoi saloni eleganti sono famosi per gli affreschi e le decorazioni in stile moresco molto in voga durante la Belle Èpoque.

Riccardo Rizzo – Roma Club Florida