a cura di Riccardo Rizzo – Roma Club Florida
I tifosi capitolini sono attesi domani primo Aprile alle ore 18,00 allo Stadio Via del Mare per l’incontro di campionato Lecce-Roma.
COME ARRIVARE
La soluzione aerea è preferibile visto che da Roma si raggiunge l’aeroporto della vicina Brindisi in un ora e trentacinque minuti. Dall’aeroporto potete prenotare un bus navetta che vi porta alla stazione centrale di Brindisi da dove raggiungete Lecce in meno di un’ora. Per gli amanti del treno il tragitto è più lungo: 5 o 6 ore con Italo e Freccia. Il viaggio in automobile richiede 6 ore per coprire una distanza di 557 km dalla Capitale.
STORIA DI LECCE
Fondata dai Messapi, antica popolazione di origine Illirica (l’Illiria era una regione molto estesa della penisola balcanica da cui vennero alcuni imperatori romani del tardo impero) presente nel Salento sin dal III millennio Avanti Cristo. Conosciuta dai greci come Liuppiai e dai romani come Luppiae, nel medio evo assunse il nome di Lecci da cui deriva Lecce. Ecco dunque spiegati il lupo e il leccio coronati ritratti sulla bandiera cittadina. Dopo l’anno 230 D.C. viene conquistata dai romani che la muniscono di un porto, la collegano alla Via Appia così da determinare l’intensificazione dei traffici, la crescita demografica e l’ampliamento della produzione agricola. Il foro, le terme, gli anfiteatri e il teatro sono le testimonianze della lunga Pax Romana che i leccesi si sono goduti per più di 500 anni.
Crolla l’Impero, calano i Goti di Totila e la saccheggiano due volte tra il 540 e il 550. Ritorna all’impero ma era quel Romano Impero che non parlava più l’antica lingua dei padri latini, adesso la capitale era sul Bosforo e non sul Tevere e si chiamava Costantinopoli, a proposito di imperatori illirici…
All’alba del medio evo, tra VIII e X secolo, piombano su Lecce orde di Longobardi, ungari, slavi che devastarono città e contado, senza pensare alla costante e tremenda presenza dei corsari saraceni che imperversavano lungo le coste pugliesi. Nel 1055 arrivano i normanni, Lecce diventa Contea, si arricchisce e si espande anche durante la dominazione Sveva del grande Federico. Poi i nuovi padroni, guarda caso ancora stranieri, gli Aragona, la fanno diventare una delle città più ricche del rinascimento e non solo: testimone immobile resta la sfarzosità delle chiese da cui deriva la fama mondiale del Barocco Leccese. Dal Settecento anche su Lecce cala il sipario della storia, pochi fatti da raccontare o personaggi da descrivere, fino ai tempi odierni.
Il capoluogo del Salento è una rinomata meta turistica dove i visitatori possono gustare arte, gastronomia, mare e natura in un solo boccone. Altre fonti di ricchezza non mancano: agricoltura, allevamento, pesca e reparto tessile fanno di Lecce una delle città più ricche del Mezzogiorno.
COSA VEDERE
In città sorgono quaranta chiese, otto tra monasteri e conventi: la basilica di S. Croce, che dalla facciata fino all’abside interna si manifesta in tutta la sua maestosità, soddisferà a pieno gli amanti del Barocco. Molto più antica è la cattedrale di S.Maria Assunta, sorta nel 1144, modificata in stile romanico nel 1230 e definitivamente ricostruita in stile barocco nel 1670.
Non meno interessanti sono le antiche porte cittadine, come la Porta Rudiae che ricorda i Messapi, Porta Napoli, fatta a mo’ di arco di trionfo per celebrare il passaggio di Carlo V che, a metà del ‘500, eresse anche il castello di Lecce, oggi visitabile.
Da non farsi scappare l’occasione di visitare l’anfiteatro romano che conteneva 25000 spettatori, il teatro romano e l’anfiteatro di Ruoiae conservato in ottime condizioni: vestigia di quella romanità che ogni città è orgogliosa di possedere.
Concedersi una sosta in piazza del Duomo è d’obbligo, soprattutto la sera quando una sapiente illuminazione dà risalto all’opulenza barocca del duomo e dei circostanti palazzi.
Per gli amanti dei treni a Lecce c’è il Museo Ferroviario del Salento: annovera tre locomotive a vapore del 1911, due elettriche degli anni Trenta e Settanta, carri merci, carrozze a carrello, a due assi, bagagliai e numerosi plastici e modellini.
STADIO
Il Via del Mare fu costruito nel 1966 dal geometra Costantino Rozzi, il “presidentissimo” dell’Ascoli Calcio che, per lavoro, costruiva stadi: Il Del Duca di Ascoli Piceno (1962), il Partenio di Avellino (1971), il Vigorito di Benevento (1979), il Romagnoli di Campobasso (1985). L’impianto del Lecce Calcio è lungo la strada provinciale 364, dal centro di Lecce a piedi ci si impiega 40 minuti e in automobile solo 15.
Stadio che ha una capienza di 31000 spettatori, è il settimo più grande d’Italia, solo la tribuna centrale è coperta e ha uno dei settori ospiti più angusti d’Italia. Il derby vinto 1-0 col Taranto del 2 ottobre 1966 ha inaugurato il Via del Mare. Lo stesso impianto vide protagonista, quasi un anno dopo, il Santos di Pelè che strapazzò i salentini per 5 a 1 in una di quelle amichevoli allora dette “di lusso”.
Non tutti ricordano che il Via del Mare ospitò la gara Milan-Sporting Gjon (3-0) il 30 settembre 1987 e Milan-Espanol (0-2) il 21 ottobre dello stesso anno, valevoli rispettivamente per il ritorno dei trentaduesimi e dei sedicesimi di Coppa Uefa a causa della squalifica di S.Siro per i disordini accaduti durante la partita Milan-Waregem (1-2) al ritorno degli ottavi di coppa Uefa 1985-86.
DOVE MANGIARE
NONNA TETTI: Tradizione in tavola, centro città, Scialatielli, orecchiette, fave e cicoria, bombette, arrosto misto e pesce fresco tutti i giorni. Da assaggiare le torte tradizionali pugliesi.
ARTE dei SAPORI: Molto frequentato per i piatti di pesce, millefoglie di spigola e carciofi, baccalà alla leccese e casseruola di totani, cozze e vongole vanno per la maggiore.
ALLE DUE CORTI: Tipici antipasti pugliesi come olive, salame e formaggio, la ricotta fritta e l’immancabile burrata. Sempre tradizionali i primi: lasagna alla leccese, orecchiette rape e cozze, ciceri e tria.
Non mancate di assaggiare i vini che nel Salento esprimono grandi sapori e notevoli vigori come il Negramaro e il Bombino; Anche serviti alla mescita sono di ottima qualità.
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