a cura di Riccardo Rizzo del Roma Club Florida
Se Alba e Fortitudo portarono in dote nell’A.S. ROMA molti giocatori di livello, il Roman (Foot Ball Club di Roma) essendo la più ricca e strutturata delle tre, ebbe il merito di introdurre nella nuova società calcistica, un tipo di organizzazione più al passo coi tempi che si stavano evolvendo con estrema velocità.
La data di fondazione risale al 15 Novembre 1901, quando, come a Genova nel 1893, la comunità britannica dell’Urbe; sponsorizzata politicamente dal Marchese Enzo Cavalini e aiutata economicamente dai due fratelli svizzeri Ugo e Arthur Meille, riesce a costituire una squadra di calcio che si allenava nei pressi di Viale Tiziano.
Il Roman poteva godere dell’influenza politica dell’esimio Marchese che fu uno dei Mille di Garibaldi, eroe della Grande Guerra, Senatore del Regno d’Italia e futuro Segretario Provinciale Romano del P.N.F.
Gli Svizzeri, tanto per cambiare, mettevano i soldi che sembra non fossero sufficienti, perché nel 1919 facoltosi ebrei romani rimpinguarono le casse societarie entrando nel Consiglio d’Amministrazione in pianta stabile.
La squadra era l’unica ad avere uno stadio: il Due Pini, edificato nel 1911 tra Viale Tiziano e l’attuale Auditorium, vicino al più famoso impianto calcistico della Rondinella. La divisa era giallorossa e lo stemma era un pallone di cuoio al cui interno campeggiava il nome del club. Simbolo che ritorna nelle divise dell’A.S Roma tra gli anni 50/60 come alternativa alla Lupa Capitolina.
Gli spettatori crescono durante gli anni a venire e fu così che nel 1920 viene costruita una tribuna più capiente grazie ad una forma ancestrale di azionariato popolare. Furono reperite 120.000,000 lire tramite obbligazioni acquistate da soci e tifosi che servirono anche a dotare lo stadio di reti metalliche e uno spogliatoio con docce e bagni, cosa che all’epoca era un vero lusso.
Nulla sappiamo della capienza del nuovo Impianto ma sicuramente era inferiore a quello del Velodromo Appio: 10.000 spettatori, sappiamo che il Roman contribuì alla rosa dell’A.S. Roma con un solo giocatore che fu con noi per ben 5 anni: Mario Bossi, romano classe 1909, tipico mediano grintoso del calcio degli albori. Ben 116 presenze in giallorosso, seppur economicamente non se la passava bene, non si fece mai pagare per scendere in campo con la maglia giallorossa. Quando, a fine gara, tornava negli spogliatoi era ferito, sanguinante, con le ossa ammaccate ma soddisfatto di aver difeso i colori e l’onore di Roma.
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